Quando Alex Holder ha lasciato alle spalle lo stressante ambiente lavorativo di Londra per una vita più a misura di famiglia a Lisbona, in Portogallo, si è sentita incredibilmente fortunata. Vivere in un appartamento luminoso su una pittoresca strada senza auto, amava lo stile di vita equilibrato e i costi più bassi della capitale portoghese.
Ma dopo qualche anno, ha iniziato a sentirsi a disagio. Si è accorta che sempre più persone come lei—stranieri che approfittavano dell’accessibilità del Portogallo—rischiavano di rendere la vita più difficile ai locali. "Ho iniziato a rendermi conto che qualcosa non andava—il divario tra ricchi e poveri si stava ampliando, e forse ne ero partecipe," racconta a Helen Pidd. Stava contribuendo all’aumento dei prezzi e alla trasformazione della cultura della città che amava?
Lauren Razavi, che dirige un think tank che studia le tendenze migratorie e di cittadinanza, spiega come i Paesi abbiano cercato di attirare lavoratori remoti e nomadi digitali—e come le cose siano cambiate.
Per il Saturday magazine, un approfondimento sui nomadi digitali a Lisbona.
Alex Holder al Jardim da Estrela, Lisbona.
Fotografia: Luis Ferraz/The Guardian