Decine di paesi si trovano ora ad affrontare dazi più elevati sulle loro esportazioni verso gli Stati Uniti dopo l'entrata in vigore dell'ultima serie di dazi specifici per paese introdotta da Donald Trump.
Gli ampi dazi "reciproci", annunciati dalla Casa Bianca poco prima della scadenza del 1° agosto, sono ufficialmente entrati in vigore alle 00:01 ora di Washington giovedì.
Poco prima della mezzanotte, Trump ha affermato sui social media che i dazi porteranno miliardi di dollari negli Stati Uniti. Ha anche criticato una sfida legale alla sua autorità nell'imporre i dazi, scrivendo in maiuscolo: "L'unica cosa che può fermare la grandezza dell'America sarebbe un tribunale di sinistra radicale che vuole vedere il nostro paese fallire."
Le nuove aliquote vanno dal 41% per la Siria devastata dalla guerra al 10% per il Regno Unito e si applicano in aggiunta ai dazi doganali statunitensi esistenti. Ad esempio, il Brasile affronta un dazio reciproco del 10%, ma la sua aliquota totale sale al 50% dopo l'imposizione di un ulteriore 40% a causa del processo all'ex presidente Jair Bolsonaro.
L'UE è l'unico partner commerciale in cui la nuova aliquota base del 15% include i dazi precedenti. Ciò significa che prodotti come il formaggio, che normalmente sono soggetti a un dazio del 14,9%, saranno ora tassati al 15% invece di un combinato 29,9%.
Dall'annuncio della scorsa settimana, i governi di tutto il mondo si sono affrettati a negoziare accordi per evitare tasse alle frontiere che temono possano danneggiare gli investimenti e costare posti di lavoro.
La presidente svizzera Karin Keller-Sutter ha incontrato questa settimana i funzionari dell'amministrazione Trump nel tentativo di annullare un inaspettato dazio del 39%. Intanto, l'aliquota del 25% per l'India potrebbe salire al 50% dopo che Trump ha imposto un ulteriore tributo in risposta agli acquisti di petrolio russo. L'India ha 21 giorni per rispondere.
Trump ha annunciato per la prima volta i dazi specifici per paese il 2 aprile, definendolo "giorno della liberazione" e accusando altre nazioni di aver sfruttato gli Stati Uniti per decenni. Dopo ritardi a luglio, le aliquote finali sono state confermate venerdì scorso.
Alcuni paesi, tra cui Regno Unito, Giappone e UE, hanno ottenuto dazi più bassi attraverso i negoziati. Altri, come il Canada, affrontano ora un'aliquota totale del 35%, mentre il Messico ha evitato un aumento dopo aver ricevuto una proroga di 90 giorni. La Cina affronta un'aliquota del 30%, con negoziati in corso prima della scadenza del 12 agosto.
Trump ha anche avvertito che gli Stati Uniti potrebbero imporre un dazio del 100% sui chip semiconduttori provenienti da paesi che non li producono in America.