Un documento confidenziale trapelato delinea un piano per il governo di Gaza dopo la guerra, che potrebbe essere guidato dall'ex primo ministro britannico Tony Blair. Questo piano emarginerebbe le figure politiche palestinesi chiave e concederebbe poteri sostanziali al suo presidente sulle questioni principali.
La bozza di 21 pagine, ottenuta dal Guardian e da Haaretz, propone che funzionari internazionali assumano la guida del governo e della ricostruzione di Gaza, con i palestinesi relegati a ruoli di supporto. Suggerisce inoltre la creazione di un'autorità per gli investimenti e lo sviluppo economico di Gaza, utilizzando partenariati pubblico-privati e finanza mista per generare profitti agli investitori. In aggiunta, l'amministrazione di Gaza verrebbe separata dall'Autorità Palestinese in Cisgiordania.
Il Guardian ha verificato che il documento riservato è autentico e sia stato preparato nelle ultime due settimane. Sebbene non vengano nominati individui palestinesi, elenca diverse figure internazionali di spicco per potenziali ruoli, come il miliardario egiziano Naguib Sawiris, Marc Rowan di Apollo Global Management e Aryeh Lightstone, ex consigliere senior del primo ambasciatore di Donald Trump in Israele. Fonti indicano che questi nomi siano stati inclusi come esempi senza il loro consenso.
Questa bozza, chiamata Gaza International Transitional Authority (GITA), fornisce maggiori dettagli su idee che sarebbero state promosse da Blair e Jared Kushner, genero di Trump, incluso il fatto che Blair sia interessato a guidare Gaza. I critici palestinesi, che da tempo diffidano di Blair, avvertono che la GITA sarebbe disastrosa per la Palestina, creando una giurisdizione separata a Gaza distinta dall'Autorità Palestinese della Cisgiordania.
La proposta è trapelata in vista di un incontro pianificato tra il presidente USA e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dove Trump dovrebbe presentare il suo piano per il governo e la ricostruzione post-bellica di Gaza e chiedere un cessate il fuoco permanente, lasciando a Netanyahu opzioni limitate.
Come riportato in precedenza, la GITA opererebbe inizialmente da El-Arish in Egitto, vicino al confine meridionale di Gaza, e sarebbe gestita da un consiglio di sette-dieci membri approvati dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Solo un membro sarebbe palestinese, del settore imprenditoriale o della sicurezza, mentre gli altri sarebbero figure internazionali con esperienza esecutiva o finanziaria. Il consiglio includerebbe anche una forte rappresentanza musulmana per ottenere legittimità regionale e culturale.
Il documento specifica che il consiglio prenderebbe decisioni vincolanti, approverebbe leggi e nomine importanti, e risponderebbe al Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Il presidente detterebbe un'autorità significativa, stabilendo la direzione politica e strategica della GITA consultandosi con il consiglio e l'Autorità Palestinese, e guidando i negoziati diplomatici e di sicurezza con Israele, Egitto e USA—senza menzionare l'Autorità Palestinese in questo contesto.
Xavier Abu Eid, ex membro della squadra diplomatica dell'OLP, ha criticato il piano, affermando che permetterebbe a un consiglio composto principalmente da stranieri di legiferare per i palestinesi a Gaza. Ha notato che c'è già diffidenza verso Tony Blair a causa delle passate esperienze palestinesi con lui come rappresentante del Quartetto.
Un rappresentante del gruppo di mediazione ONU, USA, UE e Russia ha dichiarato: "La questione più significativa riguarda la Palestina come unica entità politica, che persino Israele ha riconosciuto negli Accordi di Oslo. Questo piano divide legalmente Gaza dalla Cisgiordania e non chiarisce come rimarranno collegate come un unico territorio".
Una fonte che ha parlato al Guardian ha menzionato che sebbene Tony Blair abbia partecipato alle discussioni, l'ex primo ministro britannico ha sottolineato che "il principio guida è che Gaza è per i gazawi, senza spostamenti di popolazione". La fonte ha aggiunto: "Non sosteniamo alcuna proposta che comporti lo spostamento dei gazawi. Il documento specifica che qualsiasi organismo di governo transitorio per Gaza trasferirebbe alla fine l'autorità all'Autorità Palestinese, come passo verso la creazione di uno stato palestinese".
Si riporta che Tony Blair abbia recentemente incontrato Mahmoud Abbas, presidente dell'Autorità Palestinese.
La fuga di notizie sulla bozza del piano arriva in seguito a recenti rapporti sul coinvolgimento di Blair in discussioni sulla guida di un'autorità transitoria post-bellica a Gaza. La proposta, che si dice abbia il sostegno della Casa Bianca, vedrebbe Blair a capo di un organismo di governo appoggiato dall'ONU e dalle nazioni del Golfo prima di restituire il controllo ai palestinesi. Il suo ufficio ha ribadito che non avallerebbe alcun piano che comporti lo spostamento dei residenti di Gaza.
Mustafa Barghouti, segretario generale dell'Iniziativa Nazionale Palestinese e critico di Blair, ha dichiarato al Washington Post: "Abbiamo già sperimentato il colonialismo britannico. Ha una reputazione negativa qui; menzionare Tony Blair fa immediatamente pensare alla guerra in Iraq".
Sebbene si sappia che Blair abbia recentemente incontrato il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas, così come Trump all'inizio di questa estate, non è chiaro quanto i palestinesi siano stati informati sulla proposta.
Prima del suo incontro di lunedì con Netanyahu, Trump ha alimentato le aspettative per una fine del conflitto, dicendo ai giornalisti alla Casa Bianca che gli USA erano "molto vicini a un accordo su Gaza". Ha fatto affermazioni simili in passato senza risultati, e rimane incerto se questa volta sarà diverso.
Secondo tre funzionari arabi a conoscenza del piano, la proposta di Trump per porre fine alla guerra a Gaza include un cessate il fuoco immediato, il rilascio di tutti gli ostaggi entro 48 ore e un ritiro graduale delle forze israeliane dal territorio palestinese.
Domande Frequenti
Certamente. Ecco un elenco di FAQ sul potenziale organismo di governo post-bellico per Gaza, che potrebbe essere guidato da Tony Blair ed emarginare le voci palestinesi, con risposte chiare e concise.
Comprensione di Base
1. Cos'è questo organismo di governo post-bellico proposto per Gaza?
È un'idea per un'amministrazione temporanea, sostenuta a livello internazionale, per governare Gaza dopo l'attuale conflitto, concentrandosi su sicurezza, distribuzione degli aiuti e ricostruzione.
2. Perché viene menzionato il nome di Tony Blair?
Tony Blair, l'ex primo ministro britannico, è stato un inviato per la pace in Medio Oriente ed è visto da alcune potenze occidentali come una figura con l'esperienza diplomatica per guidare uno sforzo così complesso.
3. Cosa significa "emarginare le voci palestinesi" in questo contesto?
Significa che le persone che vivono a Gaza – i palestinesi – potrebbero non avere una reale influenza sul proprio futuro. Le decisioni sul loro governo, sicurezza ed economia potrebbero essere prese da potenze esterne senza il loro significativo contributo o consenso.
Preoccupazioni e Implicazioni
4. Perché un organismo guidato da qualcuno come Tony Blair rischierebbe di mettere in secondo piano i palestinesi?
Perché potrebbe essere percepito come una soluzione esterna, calata dall'alto e imposta da potenze straniere. Un leader come Blair, che rappresenta interessi internazionali, potrebbe dare priorità alla stabilità e alla sicurezza come definite da Israele e dall'Occidente, rispetto alle aspirazioni politiche e all'autodeterminazione dei palestinesi.
5. Qual è il problema principale nel non includere le voci palestinesi?
Minaccia la legittimità e la sostenibilità a lungo termine di qualsiasi nuovo governo. Se la popolazione di Gaza non sente di avere la proprietà del proprio governo, ciò può portare a risentimento, instabilità e a un potenziale ritorno al conflitto.
6. L'Autorità Palestinese e Hamas non sono voci palestinesi? Perché non utilizzare semplicemente loro?
Questa è una difficoltà centrale. Molti nella comunità internazionale vedono Hamas come un gruppo terroristico e non vogliono trattare con esso. L'Autorità Palestinese è vista da alcuni palestinesi come corrotta e inefficace, e da Israele come compromessa. Trovare una leadership palestinese unificata e legittima che tutte le parti accettino è una sfida importante.
7. Questo approccio potrebbe danneggiare le possibilità per un futuro stato palestinese?
Sì, potenzialmente. Se una nuova struttura di governo per Gaza viene creata senza un chiaro collegamento irreversibile a un più ampio processo politico per uno stato palestinese, potrebbe rendere Gaza un'entità permanentemente separata e internazionalizzata, frammentando ulteriormente i territori palestinesi e indebolendo il movimento nazionale.
Domande Approfondite e Aspetti Pratici